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Johann Sebastian
Bach (1685-1750)
Goldberg-Variationen / Goldberg
Variations
Aria mit verschiedenen
Veränderungen vors Clavicimbals
mit 2 Manualen,
BWV 988 - Clavier-Übung, Part
Four
Version for String Trio by
Bruno Giuranna - world
premiére recording
label:
Velut
Luna CVLD170 |
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time:
77'27'' - tracks: 1-32
booklet languages: Italiano /
English
Recording: Chiesa di Orsanmichele
(Florence)
10 March 2008
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Nella
splendida cornice della Chiesa di
Orsanmichele a Firenze, in occasione del
trentennale dalla fondazione del Lions
Club di Bagno a Ripoli (FI), il 10 marzo
2008 il Trio Broz ha eseguito la
trascrizione per Trio d'archi delle
Variazioni Goldberg di Bach,
nell'inedita redazione del Maestro Bruno
Giuranna. Con la registrazione live del
concerto è stata realizzata la
prima incisione mondiale di questa
versione che sarà disopnibile in
catalogo Velut Luna a partire dalla
seconda metà di giugno.
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Variazioni
Goldberg
testo di Francesco Bissoli

Composta
da Bach intorno al 1741, l’Aria
con 30 variazioni (BWV 988) fu
dedicata all’allievo Johann Gottlieb
Goldberg e pubblicata a Norimberga
dall’editore Balthasar Schmid. Secondo
quanto riferito dal primo biografo
bachiano, Johann Nikolaus Forkel, il
Maestro scrisse l’opera su commissione
dell’allora ambasciatore russo a Dresda
e protettore di Goldberg, il conte
Hermann Carl von Keyserling, che
desiderava distrarsi ascoltando musica
durante le lunghe ore di insonnia
notturna.
Tradizione a
parte, si tratta di un’opera
speculativa, secondo la tendenza degli
ultimi lavori del Kantor, volta a una
considerazione scientifica della musica.
Rappresentano la quarta parte della Klavierübung, di cui
completano l’ampio quadro formale, e
impiegano un processo compositivo
ampiamente coltivato nel Seicento, ma
sviluppato e trasformato in un ciclo di
progressive, integrali modificazioni di
una cellula musicale autosufficiente, in
cui è protagonista la tecnica del
canone. Il discorso contrappuntistico
è sviluppato al massimo grado –
come, in chiave diversa, sarebbe poi
successo nell’Offerta
musicale e nell’Arte
della fuga – ed è
organizzato secondo schemi matematici e
precise simmetrie che conferiscono
all’opera un’impareggiabile coesione
strutturale.
Con l’eccezione della variazione
finale, ogni tre brani è inserito
un canone: il n. 3 all’unisono, il n. 6
alla seconda e così via sino alla
nona. Inoltre, mentre in virtù
delle peculiarità ritmiche
numerosi brani assumono lo stile di una
danza, alcune variazioni presentano un
titolo che riferisce ad un carattere o
probabilmente ad una funzione ben
specifica all’interno dell’intera
sequenza; è questo il caso ad
esempio della varizione 10 (Fughetta)
o della 16 (Ouverture)
che potrebbe suggerire una macro
partizione dell’opera in due sezioni
(variazioni 1-15 e 16-30) di cinque
gruppi ciascuna. Vanno poi considerate
alcune forti analogie strutturali che
avvicinano ad esempio la variazione 12 e
la 24, la
13 e la 25 inducendo ad una visione
tripartita della composizione. Non si
tratta di giochi matematici ma di
tentativi di interpretazione di un
capolavoro complesso magistralmente
congegnato che al contempo tuttavia si
presta anche ad un ascolto disteso,
lontano da ogni riflessione analitica.
Scritte originariamente per
clavicembalo, di cui svelano le
più impensabili
possibilità espressive, le Variazioni Goldberg sono
state oggetto di varie trascrizioni per
diversi strumenti che, rispetto alla
tastiera, consentono di apprezzare forse
con maggior chiarezza la densa tessitura
contrappuntistica. Se consideriamo che
nei secoli passati le elaborazioni erano
prassi corrente e che lo stesso Bach
trascrisse numerosi concerti di Vivaldi
per organo, possiamo agevolmente
superare i dogmatismi troppo rigidi per
un approccio creativo ai suoi lavori.
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Considerazioni
sulla versione per trio d'archi
testo di Bruno Giuranna
Lo
spartito originale delle Variazioni
sembra suggerire, sin dalla prima
lettura, una stesura per più
esecutori. Viene infatti spontaneo
pensare ad una partitura di musica da
camera trasposta - oppure, nelle
variazioni più ricche, compressa
- nel doppio pentagramma del
clavicembalo.
La gran
maggioranza delle Variazioni è
a due od a tre voci e la destinazione
di ognuna di queste ad un differente
strumento è insita nella
scrittura stessa. La scelta di
violino, viola e violoncello pare la
più consona e permette inoltre di
mantenere l’unità timbrica
dell’opera.
Nelle Variazioni a
due voci, la distribuzione delle parti
è stata fatta assecondando la
tessitura degli strumenti, passando da
uno all’altro se necessario, ma
mantenendo il più possibile
l’omogeneità del suono. La
quarta voce, presente nell’Aria
iniziale e nelle Variazioni 22, 26,
30, è stata ripartita in doppie
corde, soprattutto fra violino e
viola, tenendo presente la
facilità di realizzazione
necessaria per ottenere il migliore
risultato. Le ultime battute della
Variazione 23 sono state risolte
assegnando al violino scale in terze
ed in seste.
Il dialogo tra le singole voci, che
richiede ad un interprete al cembalo,
oppure al pianoforte, una sia pur lieve
dose di “simulazione”, diventa naturale
e spontaneo nel momento in cui ogni
singola linea musicale è
impersonata da un diverso strumentista.
La tensione esecutiva fra i musicisti
diviene anch’essa, nella realtà
del discorso, parte integrante
dell’estetica interpretativa,
contribuendo in modo rilevante alla
vivezza dell’esposizione.
Dal punto di vista della pratica
esecutiva, il suggerimento di
suddividere l’imponente struttura delle
Goldberg in tre grandi sezioni, in cui
le variazioni fluiscono l’una nell’altra
senza soluzione di continuità,
tende a valorizzare nel modo più
efficace il maestoso respiro che
caratterizza l’opera.
Questa edizione nasce nell’intento
di rendere accessibile il meraviglioso
mondo delle Variazioni Goldberg alla
famiglia degli strumentisti ad arco,
attraverso una versione in cui l’anelito
di fedeltà all’originale è
stato priorità costante.
Partitura e parti sono liberamente
ottenibili nel sito www.giuranna.com
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